Praśna – domande
«Il Rishi chiese loro di vivere nel suo ashrama per un anno, osservando le regole e controllando la mente prima di porre le domande. E disse loro, “risponderò alle vostre domande a seconda della mia conoscenza”» (Praśna Upanishad, 1.2).
Ancora una metà mese e poi torni a sorridere più leggero, Sagittario. D’altronde se andasse sempre tutto liscio come vorresti (e chi non lo vorrebbe) non avresti mai modo di andare in profondità, di farti domande. Le domande però sono necessarie, seppur dolorose a volte. Senza quell’indagine profonda non si può pensare di passare a un livello superiore di vita, a una qualità migliore, che è data da una consapevolezza maggiore. Infine per rispondere a certe domande serve tempo: il saggio chiede ai discepoli di rimanere per un anno. Da quanto tempo tu stai riflettendo sulle risposte?
IN PRATICA
Salamba bhujanga-āsana, posizione facile del cobra,
detta posizione della sfinge
Ricordi l’indovinello della sfinge nel mito di Edipo: «Chi, pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, tripede e bipede?» La risposta è: «l’Uomo, che nell’infanzia striscia a quattro zampe, poi cammina su due piedi in età adulta, e infine utilizza un bastone da passeggio in età avanzata».
Esercizio di consapevolezza
C’è una meditazione buddista che invita a ripetersi mentalmente: «Non sono esente dalla malattia, non sono esente dalla vecchiaia, non sono esente dalla morte». Non pensare che una tale meditazione ti deprima, anzi serve ad accettare la verità delle cose per poter vivere più serenamente. Prova a farla come esercizio almeno un paio di volte a settimana.
Mantra del mese
«In profondità».