Viveka – discriminazione
«Il rapimento che distrugge ogni senso di potere discriminante si chiama mada. Ne esistono di due tipi: derivanti dall’intossicazione e derivanti da estreme trasformazioni dovute all’amore. In questo stato c’è inciampo mentre si cammina, movimento non coordinato degli arti e linguaggio non coordinato. Gli occhi rotolano e il viso diventa rosso» (Sri Bhakti-rasamrta-sindhu, 2.4.35).
Viveka è la “vera conoscenza”, la “discrezione”, il “giusto giudizio”, la “facoltà di distinguere e classificare le cose in base alle loro proprietà reali”. È una prerogativa del cammino yoghico. Senza viveka o l’aspirazione a viveka non si può intraprendere il cammino né sperare quindi di arrivare alla realizzazione di sé.
Il momento ti invita a riflettere su te stesso: su quello che vuoi veramente, sul senso di inadeguatezza che ti blocca talvolta nel tuo cammino, su ciò che hai fatto finora e le conseguenze a cui ha portato. Non devi certo colpevolizzarti, ma neanche essere così indulgente con te stesso da finire col dare la colpa agli altri. Inutile irritarsi con gli altri, sii più discreto, ascolta te stesso, lavora sulla discriminazione.
IN PRATICA
Utkata-āsana, posizione potente
Ti avevo proposto questa posizione esattamente un anno fa. Riprendila e osserva le sensazioni che ti dà. Praticala ogni giorno per un minuto.
Esercizio di consapevolezza
Per ogni cosa che non va, che non ti piace, scrivi su un foglio una causa che addebiti agli altri e una che fa capo a te. Alla fine del mese rileggi solo la parte che è dipesa da te.
Mantra del mese
«Discreto e realista».