Samah – equità
«Chi non fa alcuna distinzione tra amico e nemico, onore e disonore, sapendo che Brahman è completo in se stesso, diventa supremamente felice» (Vijñāna Bhairava Tantra, 125, Dhāranā sull’equità).
Una delle definizioni più famose dello yoga viene dalla Bhagavad-Gita e insegna che lo yoga è samatva, ovvero equanimità. Rimanere imperturbabili di fronte alle esperienze, piacevoli o spiacevoli che siano, è una delle virtù più difficili da imparare. D’altronde la si acquisisce solo dopo aver capito che ogni evento nella vita può avere un risvolto utile per la propria crescita.
I primi quindici giorni del mese si presentano alquanto impegnati e frenetici. Ciò ti rende nervoso e in un certo modo ribelle, specie nei confronti di chi si interpone nel tuo cammino e magari vuole obbligarti a fare le cose in un modo diverso da come vuoi tu. Considera la situazione attuale e non fare l’errore di confrontarla con altre accadute in passato. Il contesto è diverso ora e, se metti da parte l’orgoglio e le paure, puoi anche accorgerti che le idee che ti propongono sono in effetti valide.
IN PRATICA
Trikona–āsana, posizione del triangolo
L’ho sempre pensata come una delle posizioni più equilibranti da tutti i punti di vista. D’altronde il triangolo è una base solida, ma è anche il simbolo della trascendenza, in cui è inscritto l’occhio di Dio. Niente di meglio per la saggezza.
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Esercizio di consapevolezza
Secondo la Bhagavad-gītā la soluzione per ottenere l’equanimità è il karma-yoga. Allora osserva: quanto sei attaccato ai risultati di ciò che stai facendo? Quanto sono grandi le tue aspettative? È giusto avere ambizioni, ma l’attaccarsi avidamente ad esse può portare frustrazione. Sei capace di lavorare con più gioia e meno attaccamento?
Mantra del mese
«Samatva yoga».