ARTICOLO – Allenare la volontà

ARTICOLO – Allenare la volontà

«Sicuramente sai che tutti hanno due corpi: quello fisico e quello mentale. Il corpo fisico è insenziente: cerca la propria distruzione, la mente lo fa danzare a volontà, provocando in esso cambiamenti» [1].

Il corpo non cerca veramente la propria distruzione, anzi «Uccidersi non è semplice. Siamo progettati per evitarlo» dice il dottor Ben Olliver, accademico e chirurgo, intervistato da Bill Bryson per il suo libro “Breve anatomia del corpo umano” [2]. Eppure proprio il suo essere inserviente crea il problema. Il corpo accetta tutto ciò che i sensi gli propongono e in questo modo sì rischia di andare incontro alla distruzione. 

I sensi sono insaziabili, ma per quanto apparentemente legati al corpo fisico, sono invece legati alla mente.

Sono legati in particolare a manas, quella che secondo lo yoga è la mente emozionale, senziente sì, ma ben poco controllata. Per appagare i bisogno di benessere, affetto, accettazione, ecc. la mente fa danzare il corpo a piacimento: lo fa ingrassare e dimagrire, lo stressa e lo stanca, lo droga e lo rende indolente. 

Per fortuna esiste un’altra parte della mente, quella raziocinante, intellettiva, che ragiona e che riesce a frenare e tenere a bada i capricci della mente emozionale. Nello yoga è detta buddhi e la volontà è la più basilare delle sue caratteristiche: 

«La volontà è certamente superiore alla mente, perché con un atto di volontà si controllano la mente e la parola e si sceglie il nome, nel quale le formule sacre realizzano il rituale del sacrificio. Tutto questo si fonda sulla volontà. Il cielo e la terra vollero, e così lo spazio, l’acqua e il fuoco, la pioggia, il nutrimento e i prana; dalla volontà dei prana deriva la volontà delle formule sacre, e da questa la volontà del mondo e di tutte le cose.

Onora la volontà.

Chi onora la volontà come il Brahman raggiunge i mondi che vuole, con una posizione permanente quanto il suo essere, e libero dalla sofferenza. Diventa libero di agire come preferisce in quella particolare sfera.’ ‘Esiste qualcosa di superiore alla volontà? Ti prego, istruiscimi.’ ‘L’intelligenza è certamente superiore alla volontà, perché prima di volere bisogna comprendere. L’intelligenza ci permette di comprendere le cose e quindi di volerle» [3].

La mente emozionale può farsi deviare dai sensi, la volontà la riallinea alle intenzioni. In questo senso la volontà è superiore alla mente. Grazie alla volontà l’uomo non si è perso, ma ha saputo tenere le redini di ciò che gli sembrava giusto realizzare e custodire. La volontà può essere però anche mal direzionata, per questo occorre l’intelligenza.

L’intelligenza è superiore alla volontà, perché è il timone della volontà, determina la direzione da prendere e da mantenere. 

La lezione “Onorare la volontà” è un omaggio all’uso della volontà, al modo in cui la rafforziamo e in cui la mettiamo in atto. Nello yoga la volontà è legata all’addome, all’ombelico in particolare e al terzo chakra [4].

Dall’addome si irradia l’energia che ci permette di fare, di agire, per questo la lezione comincia non tanto con un rafforzamento dell’addome, ma con una posizione come svastika-āsana che rappresenta la forza centrifuga del prāna che dal centro emana verso le estremità, i piedi e le mani che sono organi di azione (karmendriya).

Volere è potere
Svastika-āsana, posizione della svastica.

La volontà passa poi dalla progettazione, dalla determinazione, dalla preparazione psico-fisica all’azione, dalla tenacia e dalla fiducia nel perseguire il proprio obiettivo, dal mantenere la giusta direzione verso l’obiettivo e dal saper eventualmente aggiustare il tiro o la rotta, quando le circostanze lo richiedano. Infine la volontà passa anche dalla pazienza. 

Se ne deduce che quello della volontà è un vero e proprio percorso.

Vale per qualsiasi cosa si voglia intraprendere e vale anche per lo yoga. Si dice infatti che lo yogin dovrebbe rinunciare a qualsiasi desiderio eccetto che a quello della realizzazione. Quindi nel suo cammino di hatha-yoga, che è tanto esteriore quanto interiore, lavorerà sui chakra proprio a partire dalla volontà attraverso posizioni, mantra, visualizzazioni e lavorerà col prāna con il prānāyāma e con i bandha, perché è dalla gestione del prāna che deriva il suo successo. 

«(Lo yogin) Deve contemplare il proprio Atman come Shiva, inondato da una pioggia di nettare, e concentrare bala (la forza di volontà) nella parte centrale di ogni raggio. Deve poi cercare di sollevarsi attraverso l’unione di Prana e Apana: questa importantissima pratica dello Yoga illumina il corpo e apre la via alle perfezioni mistiche» [5] .

Allenare la volontà nello yoga significa capire come utilizzare questo strumento anche negli altri ambiti della vita, perché lo yoga è strumento di consapevolezza e insegna ad ascoltare e osservare. L’intelligenza, l’introspezione, la consapevolezza sono superiori alla volontà, la volontà è superiore alla mente. La realizzazione passa attraverso la volontà. 

«Solo chi fortemente vuole identifica gli elementi necessari alla realizzazione della sua volontà» [6].

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  1. Yoga Vasistha, La storia di Sukra.
  2. Edizioni Guanda, 2019.
  3. Chandogya Upanishad, 7.3-5.
  4. Cfr. Il mio precedente articolo “Volontà e assertività”.
  5.  Varaha Upanishad , 5.4.
  6. Antonio Gramsci, citato in Struttura sovrastruttura, Gramscitalia.it.