Se uno ha salute, amore, una bella sensibilità per apprezzare la bellezza del mondo, perché dovrebbe litigare con le persone o vivere in modo insoddisfacente le esperienze? Beh il litigio può venire dall’arroganza. È triste da pensare, ma non ci basta ottenere quello che vogliamo ed essere felici così. Nella maggior parte dei casi la nostra felicità si trasforma in arroganza nei confronti di chi ha meno di noi. Per sentirci bene dobbiamo sentire che siamo migliori degli altri, più meritevoli, più lodevoli. L’insoddisfazione invece può venire dall’arroganza stessa, ma anche da ciò che dentro di sé non è stato risolto. Tutto l’oro del mondo non vale niente, se l’anima non è guarita.
Bisogna allora ricominciare da capo, riportarsi bambini, analizzarsi nel processo di crescita, trovare cosa è andato storto e soprattutto essere disposti a raddrizzarlo. Pensati da questo punto di vista come un bambino, Pesci, ricomincia con ananda-bala-āsana, il bambino felice.
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Esercizio di consapevolezza
In realtà tutti vorremo tornare bambini, in una dimensione senza responsabilità, senza pesi. Con l’idea che tanto è impossibile, scartiamo tutto di quella dimensione, anche ciò che potrebbe essere salvato: la leggerezza, il gioco, le dimostrazioni di affetto, la purezza. Che ne dici di recuperare un po’ di questi aspetti “infantili”?
Mantra del mese
«Un anima pura».
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NELLA FOTO: Molo, Giudecca, Venezia.