ARTICOLO – Bisogno e motivazione

ARTICOLO – Bisogno e motivazione

«Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo statunitense Abraham Maslow concepì il concetto di “Hierarchy of Needs” (gerarchia dei bisogni o necessità) e la divulgò nel libro Motivation and Personality del 1954. Questa scala di bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell’individuo) ai più complessi (di carattere sociale). L’individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. Questa scala è internazionalmente conosciuta come “piramide di Maslow”»[1] 

 

Maslow e a scala dei bisogni
Da Wikipedia

Lo studio delle basi della motivazione è stato molto in auge nel secolo scorso ed è ancora oggetto di ricerca. La piramide di Maslow è indubbiamente uno dei risultati più famosi di questi studi. Sebbene questa teoria abbia trovato critiche [2] e Maslow stesso abbia aggiunto in un libro successivo altri livelli alla piramide, essa rimane un punto di partenza valido per una riflessione sulle priorità di un individuo.

Secondo Maslow l’ordine  della piramide era importante, perché indice di una progressione che si basa sulle priorità.

Naturalmente sappiamo che le priorità cambiano da individuo a individuo: c’è chi per la stima (la carriera, il successo) sacrifica la famiglia e gli affetti, e talvolta persino i bisogni di base (dormire e mangiare) e chi pur di soddisfare un bisogno di appartenenza rinuncia ad autorealizzarsi, magari per la paura di perdere la vicinanza o la comprensione dei suoi cari. Per non parlare poi degli asceti: rinunciando al desiderio, con il distacco totale, essi sono capaci di giungere all’autorealizzazione senza aver bisogno di niente del resto. O meglio, forse è più corretto affermare che gli asceti portano questi bisogni al livello spirituale: i bisogni fisiologici sono sublimati nell’estasi mistica, i bisogni di sicurezza e appartenenza sono appagati dal senso di appartenere al Tutto e di essere immersi nel Tutto. La stima deriva dalla certezza che Tutto è fatto della stessa materia.

Tornando a un piano più umano, però, la scala riporta l’ordine rappresentativo di un individuo equilibrato.

Una persona sana, che conduce una vita regolare e in armonia, si trova effettivamente a soddisfare le proprie necessità più o meno in quell’ordine.

La lezione “La piramide di Maslow” ripercorre gli stadi della scala di Maslow attraverso la pratica yoga. In questo modo la sequenza yoga diventa un modo per comprendere i contenuti della piramide stessa, la loro sequenza, e ovviamente fare un lavoro sulla consapevolezza.  

Il praticante potrà sentire di aver realizzato alcuni bisogni ma non altri, non solo attraverso la riflessione, ma attraverso l’esperienza corporea, ovvero attraverso gli archetipi degli āsana. Gli āsana possono talvolta rivelare aspetti di sé che non sono palesi alla mente, ma che si esprimono attraverso il corpo. Così per esempio si può sentirsi persi e impauriti o al contrario ben protetti in bāla-āsana o forse costretti, soffocati se i bisogni vengono colmati in maniera eccessiva, se la famiglia per esempio è dominante e invadente. 

Maslow e a scala dei bisogni
Bāla-āsana, posizione del bambino.

Allo stesso modo in parvata-āsana si può avvertire sicurezza di sé oppure fatica a star dritti, fatica a sostenere la posizione con la schiena o con le braccai, la voglia di chiudersi a riccio o affossarsi. 

Il benessere nell’āsana è rappresentativo quindi un equilibrio nell’appagamento del bisogno.

«Il bisogno è oramai studiato funzionalmente come un elemento che attiva e dirige il comportamento, i due concetti di bisogno e motivazione sono visti in modo complementare». [2]

Essendo il bisogno il motore del comportamento, l’equilibrio che si avverte in āsana si manifesta nella pratica con un atteggiamento propositivo ed entusiasta, senza impulsività né eccessi. 

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  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Bisogno
  2.  «Successivamente sono giunte critiche a questa scala di identificazione, perché semplificherebbe eccessivamente i bisogni dell’uomo e, soprattutto, il loro livello di importanza. La scala sarebbe perciò più corretta in termini prettamente funzionali alla semplice sopravvivenza dell’individuo che in termini di affermazione sociale. Si tratterebbe perciò di bisogni di tipo psicofisiologico, più che psicologico in senso stretto. Altre critiche vertevano sul fatto che la successione dei livelli potrebbe non corrispondere a uno stato oggettivo condivisibile per tutti i soggetti» Ibidem. 
  3. Ibidem.