Ho sempre trovato chataka-āsana, l’allodola, una delle posizioni più belle tra gli āsana. Ha apertura, grazia, leggerezza e allo stesso tempo è ben piantata a terra, stabile e fa sentire bene la colonna vertebrale dalla base alla testa. Fa sentire bene anche il cuore e anche l’apertura del bacino. Il cuore è legato all’amore, il bacino alla sessualità. L’allodola è la messaggera dell’alba, della luce, ma i canti degli uccelli sono da sempre legati nel nostro immaginario all’amore e al corteggiamento.
A volte i cambiamenti importanti arrivano quando meno te lo aspetti, ma ancora di più arrivano dalla direzione da cui meno te lo saresti aspettato. E se adesso arrivassero dal fronte dell’amore? Saresti pronto Leone? Oppure l’orgoglio ti porterebbe a chiuderti e difenderti? Dico l’orgoglio perché magari hai una qualche nostalgia che non ti fa vivere pienamente ciò che si presenta adesso. Direi che ti conviene aprirti: non solo non te ne pentirai, ma potrebbe aiutarti a guarire vecchie ferite.
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Esercizio di consapevolezza
Svadhyaya è lo studio, in particolare però lo studio di sé. Si praticava riflettendo sulle Scritture o ascoltando il Maestro su argomenti che riguardano sempre la crescita personale. Oggi sarebbero un valido svadhyaya anche la psicoanalisi, la psicoterapia e affini. Impara a conoscerti osservando le tue posture, soprattutto mentre parli con le persone. Il tuo corpo dice tutto delle tue reazioni emotive.
Mantra del mese
«Il canto dell’allodola».
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NELLA FOTO: Grenen (punto di incontro del Mar Baltico con il Mare del Nord), Skagen, Danimarca.