Le varianti di sarvanga-āsana in genere sono date come gioco, un modo per divertirsi e mettersi un po’ alla prova con prestazioni più elevate. Eppure si tratta pur sempre di posizioni del corpo e ogni posizione ha un suo significato archetipico. Per esempio: se sarvanga-āsana aiuta a cambiare il punto di vista, a considerare le cose da un’altra prospettiva, la posizione del loto o la meditativa a gambe incrociate aiuta a fermarsi un momento, trovare la pace interiore e riflettere. Se le mettiamo insieme potremmo pensare di riflettere cambiando punto di vista, o no?
Provare non ti costa molto, Pesci, perciò fossi in te ci proverei. Come minimo ti sarai divertito, come massimo magari avrai fatto una riflessione sulla tua reazione alla responsabilità.
Non è facile muoversi con un fardello sulle spalle. C’è chi soccombe sotto il peso e chi si fa tronfio e va a mostrare la sua forza a tutti. In entrambi i casi c’è difficoltà a reggere, nel primo si accoglie la debolezza, nel secondo caso si cerca di contrastarla, ma è una difesa, una reazione iperbolica. Che fare quindi? Prendere piena coscienza della propria situazione e ottimizzare la propria vita per far fronte al nuovo carico. È una questione di organizzazione.
Esercizio di consapevolezza
Svadhyaya è lo studio, in particolare però lo studio di sé. Si praticava riflettendo sulle Scritture o ascoltando il Maestro su argomenti che riguardano sempre la crescita personale. Prendi allora come spunto di riflessione questa frase di Shivananda “Cerca di capire dove sei sulla mappa della vita e comincia il tuo sadhana da quel punto” (il sadhana è la disciplina spirituale, come ci si organizza per evolvere).
Mantra del mese
«Il mio posto sulla mappa».
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NELLA FOTO: Råbjerg Mile (la più grande duna mobile del Nord Europa), Danimarca.