In genere non consiglio ardhabhujanga-āsana come posizione per “guardarsi dentro”. Eppure in questo caso mi sembrava la più adatta. L’āsana dà l’idea di qualcuno che si ferma, in una posa dignitosa, quasi regale, e magari si ferma per fare delle considerazioni. Queste considerazioni sono per forza oggettive, perché la posizione è stabile, richiede un certo equilibro, il coraggio di aprire le spalle e il cuore, la testa alta. Ecco, queste considerazioni possono essere fatte anche su se stessi.
È il momento dell’anno diametralmente opposto a quello di nascita, Ariete, il tuo controcompleanno. Sei in piena attività, hai tante energie e tutto sommato anche buone relazioni. Fino al mese scorso avevi come voglia di recuperare qualcosa che è rimasto indietro dentro di te. Adesso puoi fermarti un attimo e guardare a ciò che hai combinato (nel bene e nel male) negli ultimi tre mesi. Non esprimere giudizi, cerca di essere oggettivo. Solo con l’oggettività puoi capire dove continuare allo stesso modo e dove invece metterci un freno.
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Esercizio di consapevolezza
Aparigraha si traduce come non accumulare o come non chiedere o non accettare. L’accumulo o la richiesta porta dei condizionamenti (più cose cui badare, di cui prendersi cura, più debiti da estinguere). Si può pensare anche a un aparigraha mentale: si accumulano spesso pensieri inutili, che succhiano energia. Di quali pensieri ti puoi liberare?
Mantra del mese
«Cosa vale la pena tenere?».
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NELLA FOTO: Erik Dietman, “Les nains diaboliques protegent les oliviers et Dadamier“, il Giardino di Daniel Spoerri, Seggiano (GR).