Ekapadārdhapadma-āsana è una posizione complessa, perché richiede l’equilibrio su una gamba, l’inarcamento della schiena e le gambe in semiloto. Quando la testa guarda in alto, l’equilibrio è più difficile, specie se si guarda il cielo, perché mancano punti focali su cui mantenere la concentrazione. La sensazione però è molto bella, di leggerezza e libertà. Sembra quasi di perdersi nel vuoto.
Il fatto che tu sia direttamente responsabile di alcune faccende, non rende la tua opinione su quelle stesse faccende necessariamente la più autorevole. A volte anzi, sopraffatti come si è da tutto ciò cui bisogna portare attenzione, si rischia di confondersi, di avere una visione offuscata per la stanchezza. In questi casi bisognerebbe aprirsi al lato più profondo di sé, quello più empatico, comprensivo e cercare di ascoltare gli altri. Oppure trovare dei momenti di sfogo, di svago, dei momenti dove non la mente non pensa. Puoi provarci con con una bella corsa o un’altra attività fisica che ti stanca il corpo e ti compensa i due piani fisico e mentale. Puoi provarci anche con ekapadārdhapadma-āsana
Esercizio di consapevolezza
È arrivato il periodo delle pulizie di primavera, che diventano cure di primavera quando si tratta di sé. Le pulizie interiori alleggeriscono il corpo e la mente di ciò che si è accumulato nell’inverno. C’è un esercizio, il trātaka, che permette sia di pulire gli occhi che la mente. Che sia il fissare un coriandolo, un dito che si muove, jethru-trātaka, una fiamma, jyoti-trātaka, la mente trova quel focus che le permette di cancellare tutto il resto e gli occhi che piangono liberano da tutti quei macigni che pesano sulle spalle.
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Mantra del mese
«Mi concentro su una cosa sola».
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NELLA FOTO: Fort Saint-Jean, Marsiglia (Francia).