Chi dice che shava-āsana deve per forza essere praticato per dieci minuti o più? Molte persone con l’idea che shava-āsana si pratica solo come un lungo profondo rilassamento, tipo training autogeno, finiscono per evitarlo nella loro routine di āsana. A casa c’è sempre poco tempo, da soli si rischia di addormentarsi, ecc… Beh, shava-āsana è un āsana e come tale può essere trattato: ci si può lavorare anche solo due, tre minuti. Si può assumere osservando e rilassando il corpo come si fa in qualunque altro āsana. E siccome non ci sono sforzi da fare, il corpo trova un bel momento di riposo, per quanto breve.
L’inizio di aprile subisce la scia delle difficoltà che hai avuto in marzo, Vergine. Forse ciò che serve è un momento di pausa, un po’ di riposo, anche se breve. Datti almeno la possibilità di frenare e guardarti attorno e dentro: da dove arriva tutta questa stanchezza? Da dove arriva tutta questa irritabilità? Davvero dipende tutto da fattori esterni? Magari puoi abbandonare un po’ di controllo, ammettere che puoi arrivare fino a un certo punto. Con un po’ di riposo e una riflessione sul tuo bisogno di controllo, verso l’ultima decade sentirai allentare la morsa di tutto questo stress.
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Esercizio di consapevolezza
È arrivato il periodo delle pulizie di primavera, che diventano cure di primavera quando si tratta di sé. Le pulizie interiori alleggeriscono il corpo e la mente di ciò che si è accumulato nell’inverno. Se non è già una tua abitudine, comincia a praticare jhiva-mula, la pulizia della lingua, anche detto jihvānirlekhana, il raschiamento della lingua. Te lo consiglio al mattino prima di bere anche solo dell’acqua e alla sera prima di dormire. Si dice che se si ha nausea nel praticarlo è perché c’è del tamas accumulato (intossicazione o indolenza). Se non lo hai mai fatto, leggi qui.
Mantra del mese
«Riposo».
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NELLA FOTO: Friche La Belle de Mai, Marsiglia, Francia.