ARTICOLO – La verità nel cuore

ARTICOLO – La verità nel cuore

Una vecchia leggenda indù narra di quando Brahma decise di nascondere la verità spirituale, ovvero la loro divinità, agli uomini. Questi infatti continuavano ad abusarne per via del loro ego smisurato.

Brahma convocò dunque una riunione con tutti gli dei per decidere dove nascondere la divinità umana. Qualcuno suggerì: “Seppelliamola in fondo alla terra”, ma Brahma prontamente obbiettò: “No, non basta, perché l’uomo scaverà e la troverà”. Allora gli Dei risposero: “Allora affondiamola nel profondo dell’oceano”, ma Brahma si oppose ancora: “No, perché prima o poi l’uomo esplorerà le profondità di ogni oceano e la e la troverà”. Dopo varie altre ipotesi, gli Dei si arresero all’idea che non ci fosse un luogo che l’uomo non potesse raggiungere, finché Brahma disse: “La nasconderemo nelle profondità del suo stesso essere, in fondo al suo cuore. L’uomo non penserà mai di cercarla lì”.

È per questo che si dice che la verità degli uomini sta in fondo al cuore. Non a caso la parola satya, che significa verità, veridicità,  è composta dalle tre sillabe: sa ti ya, due delle quali sa e ya sono legate fisicamente alla zona del cuore.

«I Deva meditano solo su Satya. Questo nome è composto da tre sillabe: sa, ti, ya. La prima e l’ultima sillaba, che sono reali, racchiudono un’illusione, ma sono in maggioranza rispetto ad essa» [1].

Yam, secondo lo hatha-yoga, è il bīja-mantra (la sillaba seme, la risonanza diretta) dell’anāhata-chakra, il chakra del cuore. Anche nel mantra-purusha [2], yam si situa al centro del torace. Sempre nel mantra-purusha al cuore corrisponde il suono SA, che si situa sia a sinistra nel luogo fisico del cuore, sia a destra, dove si dice abbia sede lo hridaya-chakra [3]. La sillaba ti (ta) corrisponde invece alla gambe, alle cosce in particolare, Le gambe nello hatha-yoga sono legate al primo chakra, che a sua volta è legato al sostentamento, alla sopravvivenza. È dunque il più terreno di tutti i chakra. Per questo la citazione sopra riporta che sa e ya sono reali, mentre ti è un’illusione: solo Brahman è reale, solo la divinità è reale, la vita terrena è un’illusione.

«In verità, il nome di questo Brahman è Satyam (“verità”). La parola sa indica ciò che è eterno, ti indica ciò che è perituro e ayam è il collegamento tra i due. Chi sa questo raggiunge il mondo celeste» [4].

Brahman è l’unica vera Realtà al di là dell’illusione, Brahman è verità. La pratica yoga lavora per trovare questa verità e con essa la beatitudine, ananda, che deriva dall’aver raggiunto l’unione con Brahman stesso, dall’aver ritrovato la propria dimensione spirituale, la propria divinità. Questo traguardo è il più alto livello dello yoga, è ciò che Patanjali chiama dharma-megha-samādhi. Solo quando si arriva a questo livello, non si è più passibili di caduta. Ciò significa che ci si è liberati completamente dei condizionamenti (del karman), dell’ego, degli attaccamenti e dunque della sofferenza.

Il punto di arrivo del percorso è dunque il cuore, che risuona con le sillabe sa e ya e che contiene la verità. Per questo si dice che la verità è l’eccellenza. Satya è la via maestra verso la liberazione.

«La veridicità è l’eccellenza, e ciò che eccellente deve essere veritiero. La veridicità consente a coloro che hanno raggiunto il livello della felicità di non cadere mai da quel livello. Satyam è davvero ciò che appartiene a sat, le persone buone: perciò chi cerca il bene supremo trova gioia nella veridicità» [5].

 

leggenda Brahma
Si dice che pashcimottana-āsana, posizione dell’ovest, apra la strada a Kundalini, collegando la base con la testa.

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La  lezione pratica di hatha-yogaSatya”, in diretto rapporto con questo articolo, richiama i luoghi della verità nel corpo.

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  1. Brihadaranyaka-upanishad, 5.5.1-4.
  2. Il mantra-purusha è una sorta di mappa sonora del corpo, dove a ogni parte del corpo è associata una sillaba.
  3. Non è chiaro se anāhata e hridaya siano lo stesso chakra. I testi antichi divergono sulle mappe e i nomi dei chakra, perché si tratta di sistemi simbolici e non hanno una vera e definita corrispondenza nel corpo. In alcuni casi si dice appunto che lo hridaya sia a destra e sia il luogo dove è custodita la verità di Brahma.
  4. Chandogya-upanishad, 8.3.1-5.
  5. Mahanarayana-upanishad, 78.1.