ARTICOLO – Il coraggio di non scoraggiarsi

ARTICOLO – Il coraggio di non scoraggiarsi

La parola dhairya si può tradurre con costanza, fermezza, durabilità, stabilità, forza d’animo, ma anche calma, compostezza, pazienza e talvolta anche coraggio, l’audacia e infine la lungimiranza. Mettere questi termini tutti insieme, uno dopo l’altro, dà una idea più completa di dhairya di quanto non ne darebbe uno solo di essi.

Dhairya è costanza, perché si inserisce all’interno di un percorso con un dato obiettivo.

Per arrivare a quella meta occorre continuare a lavorare costantemente, senza cedere, senza mollare. Per fare questo serve una certa fermezza, non vacillare di fronte al dubbio, alla pigrizia, all’illusione di scorciatoie.

Non è evidentemente qualcosa che tutti riescono a fare. Per questo si parla di durabilità. Certe mete possono richiedere lunghi percorsi e chi magari può reggere bene con costanza e fermezza per un dato periodo di tempo, potrebbe mollare per periodi più lunghi.

La durabilità si deve sposare con la stabilità, perché è più facile essere fermi in un punto che mantenere la stabilità mentre si va avanti.

Sul lungo termine è chiaro che possono interporsi ostacoli e difficoltà ed è qui che entra in gioco la seconda serie di traduzioni. La forza d’animo che è tipica di chi è stabile interiormente diventa calma, compostezza, pazienza quando si tratta di mantenere quella stessa fermezza di fronte alle negatività.

«Anche la capacità di tollerare la pressione o lo stress che una persona sperimenta a causa dell’essere circondata da problemi a lungo termine è un esempio di pazienza (dhairya). In effetti, la pazienza è un livello di tolleranza davanti alla negatività. È anche un indicatore della forza di carattere di una persona» [1].

Siamo però di fronte non a una pazienza passiva, un sopportare i bastoni che la vita mette tra le ruote subendoli e sentendosi inermi di fronte ad essi. È invece una pazienza attiva, un contemplare oggettivamente la normalità degli ostacoli, fattori naturali ed intrinsechi di ogni cammino, metterli in conto e capire come gestirli o gestirsi al meglio. In questo modo chi persegue dhairya non perde la propria stabilità e la propria costanza nemmeno di fronte agli ostacoli.

«Questo è il coraggio supremo [mahat-dhairya] dei grandi asceti dotati di forza d’animo che, sebbene circondati da ostacoli, non ne sono sopraffatti» [2].

Considerando l’insieme di significati che caratterizzano dhairya si può capire perché tra i vari vi si trovi anche il coraggio. Sapere che per affrontare un cammino serve forza, calma, pazienza, stabilità, la scelta stessa di perseguirlo è qualcosa di coraggioso, qualcosa di audace. Tale scelta nasce spesso da una certezza interiore, da un sentore di qualcosa che si intravede in qualche modo, di cui si capisce la portata e la validità, anche se ancora non si è pienamente raggiunto. Questo è l’aspetto di lungimiranza di dhairya.

Dhairya è decisamente una ricchezza per lo yogin, una grande risorsa cui si può far capo per ritrovare convinzione e capire che persino un passo indietro può essere parte del percorso e non vale certo la pena scoraggiarsi e pensare di mollare per questo.

«Non dovrebbe (il devoto) rammaricarsi di alcuna perdita o di alcun passo indietro nel suo avanzamento nella vita spirituale. Questa pazienza (dhairya) è il terzo elemento positivo per avanzare nel servizio devozionale» [3].

 

dhairya
Hanuman-āsana, posizione di Hanuman, il dio scimmia. Hanuman è forte, fiducioso e ottimista per via della sua grande devozione. La sue fede gli permette di affrontare ogni ostacolo senza timori e senza mai scoraggiarsi.

 

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La  lezione pratica di hatha-yogaDhairya”, in diretto rapporto con questo articolo, è dedicata al concetto di dhairya nella sua accezione di pazienza e forza d’animo.

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  1. https://hi.wikipedia.org/wiki/%E0%A4%A7%E0%A5%88%E0%A4%B0%E0%A5%8D%E0%A4%AF
  2. Shiva-pūrana, 2.3.13.
  3. Commento di Swami Prabhupāda al Narada-bhakti-sūtra.